Era destino.
La mia famiglia produce vino da oltre 200 anni.
Sette generazioni separano Me dal primo Capra che ha coltivato una vite.
Pochi nella storia del tempo, molti nella storia di un mestiere’
Questo recita la pergamena fatta a mano che teniamo appesa in cantina.
E questo sostiene con fermezza Luigino, mio padre.
Ma non voglio annoiarvi con la storia di come dal bisnonno del mio bisnonno questo mestiere si sia protratto fino a me.
Partiamo da quello che ricordo io.
Pergamena tenuta in cantina dell'azienda vitivinicola Michele Capra
Anni ‘80.
L’inizio di tutto.
L’azienda non è esclusivamente vitivinicola.
Ha due reparti: uno vitivinicolo e uno zootecnico.
Ed è guidata dai Fratelli Capra, mio papà e mio zio.
La parte vitivinicola, bisogna ammettere, è particolarmente trascurata.
Almeno rispetto a quella zootecnica.
Padiglione dell'azienda vitivinicola Michele Capra ad una fiera.
1989.
Il mio inizio.
Finisco il perito agrario ed entro in azienda. Ma sto poco in stalla, non mi piace. Preferisco stare nei campi, a contatto con la natura.
Michele Capra da giovane sul cingolo in mezzo ai filari di viti, con foto fatta da davanti al cingolo
Michele Capra da giovane sul cingolo in mezzo ai filari di viti, con foto fatta da dietro e michele girato
1995.
La svolta.
L’azienda si divide.
Acquisisco la parte di azienda dedicata alla produzione del vino.
Il reparto vitivinicolo non ha mai goduto della dovuta attenzione e io, appena venticinquenne, mi ritrovo a prenderne le redini.
Capisco che...
Padiglione dell'azienda vitivinicola Michele Capra, con scatole di vino, bottiglie, cibo, la pergamena che teniamo in cantina, Michele, sua moglie e i clienti
Vecchia cantina dell'azienda vitivinicola Michele Capra, con botti di rovere impilate
C’è bisogno di rivoluzione e innovazione
Per rinnovare ed innovare partiamo dal basso, dall’inizio del processo.
Partiamo, anzi ri-partiamo, dalla potatura.
Diciamo addio al lasciare i rami crescere molto per ottenere più uva e iniziamo a condurre una potatura molto più sofisticata e diligente.
Ovviamente a mano. Iniziamo poi a fare investimenti mirati, mai per “aumentare il profitto” - come direbbe un imprenditore - , non ci interessa.
Vogliamo più qualità, la esigiamo, punto e basta.
Il primo investimento è quindi un torchio per una migliore pressatura dell’uva bianca.
E successivamente installiamo tre vasche per migliorarne (notevolmente) la vinificazione.
Torchio in azione con acini d'uva rossa all'interno
2000.
La redenzione.
Installiamo nuove vasche per estendere la vinificazione a temperatura controllata anche ai vini rossi.
Investiamo anche in nuove pigiatrici, più delicate e soffici, che non snervano l’uva.
Iniziamo poi a sottoporre i nostri vini ad analisi e test in laboratorio.
Le prime certificazioni non esitano, così, ad arrivare.
Analisi del primo succo d'uva subito dopo la pigiatura dell'uva nell'azienda vitivinicola Michele Capra
Pranzo con tutti i clienti il primo maggio, nell'azienda vitivinicola Michele Capra, tra le colline del Monferrato astigiano, a Repergo, Isola d'asti
Pigiatura dell'uva bianca, nell'azienda vitivinicola Michele Capra
Luigino Capra al suo tavolo, che parla e beve con i suoi clienti durante il pranzo del primo maggio, nell'azienda vitivinicola Michele Capra, tra le colline del Monferrato astigiano, a Repergo, Isola d'asti
Continuano le innovazioni.
Miglioriamo design e caratteristiche delle nostre bottiglie.
Introduciamo il tappo di silicone.
Riducendo a zero le possibilità di contaminazione del gusto del vino.     
E usando il miglior silicone disponibile sul mercato.
Investiamo anche sul green, installando un impianto fotovoltaico.
Pannelli fotovoltaici nell'azienda vitivinicola Michele Capra, tra le colline del Monferrato astigiano, a Repergo, Isola d'asti
Bottiglie di vino non etichettate, riprese da vicino, tutte una affianco all'altra
Oggi.
Tra natura e persone.
I vigneti si estendono per oltre sei ettari nei comuni di Isola d'Asti e Costigliole d'Asti sulle colline del Monferrato astigiano.
La composizione del suolo favorisce la produzione di Barbera.
Che rappresenta infatti circa il 60% dei vigneti.
La parte rimanente comprende: Dolcetto, Grignolino, Cortese,  Arneis e Albarossa. Lavoriamo quasi esclusivamente a contatto con piccole e medie realtà.
Con particolare dedizione alle famiglie.
Rimanendo sempre attenti, però, a novità e possibilità di crescita.
Ci piace il vino, ma prima di tutto ci piacciono le persone.
Colline dei dintorni di Repergo, a Isola d'Asti.
Uva pronta da pigiare in rimorchio, con sfondo le colline del Monferrato Astigiano
Collage di foto di grappoli d'uva, attaccati alla vite, da pigiare e tenuti in mano da michele
Perchè parlo al plurale?
Non posso non dedicare almeno qualche parola a loro, alla mia famiglia.
In primis mio papà Luigino, da sempre al mio fianco.
Lo ringrazio per il suo aiuto, soprattutto manuale, senza di lui nulla sarebbe stato possibile.
Ma soprattutto grazie per i suoi insegnamenti.
Senza non sarei la persona che sono oggi. Sembra scontato dirlo ma in fondo così non è.
E poi ovviamente grazie a mia mamma, a mia moglie, a mio figlio.
Sono loro, ancora prima della passione, che mi spingono a dare il meglio di me.
Luigino degusta il vino dell'azienda vitivinicola di famiglia, a tavola
Il mio mantra
“Non c’è innovazione senza tradizione”.
Il mio mantra.
L’ho sempre sostenuto, con la stessa fermezza con la quale mio papà Luigino racconta le radici della nostra famiglia.
Michele Capra e le sue varietà di vino disposte su una botte dipinta

Inizia il viaggio, quello vero, quello reale, quello di gusto.
Inizia il viaggio con il vino Michele Capra.